Perché sappi vossignoria che in questo paese mio marito è tenuto da tutti per una bestia, e nessuno arriva a concepire che governo possa egli essere buono da sostenere, quando non è nato che per governare un branco di capre, Dio lo aiuti e lo incammini pel meglio dei suoi figliuoli. Io, signora amatissima, sono risoluta con sua buona licenza di mettere questa notizia a profitto della famiglia e di passare a corte, e poi di andarmene lunga distesa in un cocchio per far schizzar gli occhi ai mille invidiosi che tengo. Supplico intanto vostra eccellenza che ordini a mio marito che mi mandi dei denari, e che sia buona somma: perché nella corte le spese sono grandi; che il pane è tanto caro che vale un reale, e la carne trenta maravedis per libbra. Se poi non vuole che io venga me lo faccia sapere a tempo, mentre ho le brace sotto ai piedi per voglia di mettermi in viaggio, che dicono le mie vicine che se io e mia figlia ci faremo vedere con fasto e con pompa alla corte, verrà ad essere conosciuto mio marito più per mezzo mio che per sé proprio. Non potrà la gente far di meno di chiedere: «Chi sono le signore di questo cocchio?» e un mio servitore risponderà: «La moglie e la figliuola di Sancio Pancia governatore dell'isola Barattaria:» e di questa maniera sarà conosciuto Sancio, ed io sarò stimata e a Roma e per tutto.
«Mi sa male quanto mai si può dire che non si sieno in quest'anno raccolte che poche ghiande in questo paese, ma con tutto questo ne mando a vostra altezza mezzo quartuccio, che io stessa andai a raccorre nella montagna: non ne trovai di maggiori, eppure avrei voluto che fossero come uova di struzzo.
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Dio Sancio Pancia Barattaria Sancio Roma
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