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      Furono tutti castigati con la pena del bando; soave e piacevole secondo il parere di taluno, ma la più terribile che ci potesse colpire per quanto a me sembra. Ora, dovunque noi ci troviamo non facciamo che piangere per la cara Spagna; che alla fine siamo nati qui, ed è questa la nostra patria naturale, né troviamo in alcun luogo il rifugio di cui ha bisogno la nostra miseria. In Barberia e in tutte le parti dell'Africa, dove speravamo di esser ricevuti, accolti e assistiti è appunto dove piucché altrove ci offendono e ci strapazzano. Non abbiamo conosciuto il bene se non dopo averlo perduto, e la brama che da quasi tutti noi si alimenta di tornare in Ispagna è sì grande, che la più parte di quelli (e sono in copioso numero) che sanno la lingua come io la so, vi tornano; abbandonando la moglie e i figliuoli: sì eccedente è l'affetto che portano a questo paese! Ora io pure conosco per esperienza che è vero quel detto: Dolce è l'amore della patria. Partii, come dissi, dal mio paese, entrai in Francia, e tuttoché ci facessero ivi molto buona accoglienza, volli vedere altri paesi. Passai in Italia, di là in Alemagna, e mi sembrò quivi di poter vivere con più libertà che altrove: perché i suoi abitanti non badano molto alle minuzie, e vive ognuno a modo suo e per lo più con perfetta libertà di coscenza. Lasciai una casa che avevo tolto a pigione in un paese vicino ad Augusta, e mi accompagnai con questi pellegrini che costumano di venire ogni anno in buon numero a visitare i santuari di Spagna, ch'essi tengono per le loro Indie in considerazione del gran profitto e guadagno che ne traggono.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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