Eglino scorrono quasi tutto questo regno, da dove partono sazi e satolli, come si suol dire; ed un solo reale che tenevano in danari, a poco va ad aumentarsi sino ai cento scudi, i quali cambiano in oro, nascondono nei vani de' loro bordoni o nelle toppe delle loro schiavine, e con fina industria, a dispetto dei passi e delle dogane, portano l'oro fuori del nostro regno. Ora sappi, o Sancio, che io non sono qua con altra intenzione che quella di cavare un tesoro che lasciai sotterrato; e per essere fuori del paese potrò farlo senza pericolo, studiando poi la maniera di scrivere o di passar io stesso da Valenza in Algeri dove stanno mia moglie e mia figlia, e di condurle in qualche porto di Francia, dal quale passeremo in Alemagna; ed ivi staremo aspettando quello che a Dio piacerà di fare di noi tutti. Lo sai bene, Sancio mio, che tanto Ricottina, mia figlia, quanto Francesca, mia moglie, sono cattoliche cristiane; e sebbene io non lo sia quanto esse, tengo tuttavia più del cristiano che del moro, e prego sempre il Signore che illumini il mio intelletto, e che mi faccia conoscere il modo come io l'ho da servire. Ti dirò per altro che non posso arrivar a capire come mai, tanto mia moglie, quanto mia figlia abbiano prescelto di andarsene in Barberia piuttosto che in Francia, dove potevano vivere come cristiane.
- La ragione è chiara, rispose Sancio, perché non poterono far di manco; e perché le ha condotte via Giovanni Tiopeyo, il fratello di tua moglie; il quale essendo moro fino, andò dove pensava di stare meglio e più al sicuro: voglio anche che tu sappia un'altra cosa, ed è che penso che tu vada inutilmente a cercare quello che hai lasciato sotterra; perché noi avemmo notizia che fu tolto ogni cosa a tuo cognato e a tua moglie delle molte perle e del molto contante che portavano a registrare.
| |
Sancio Valenza Algeri Francia Alemagna Dio Sancio Ricottina Francesca Barberia Francia Sancio Giovanni Tiopeyo
|