Stando dunque, come si è detto, tutti attenti ad osservare la partenza dei viaggiatori, d'improvviso tra le altre matrone e donzelle, alzò la voce Altisidora lesta e discreta, e con dolente accento così proruppe:
«Ascoltami o mal nato cavaliere: tieni un poco le redini, non tormentare i fianchi della tua mal governata bestia.
Vedi, o perfido, che tu non fuggi da feroce serpente, ma sibbene da agnelletta ancora molto lontana dall'esser pecora.
Schernisti, orrido mostro, la più avvenente donzella che Diana vedesse mai nei suoi monti o Venere nelle sue selve. Crudel Bireno, fuggitivo Enea, Barabba t'accompagni e mal ti dea.
Tu ne porti (empio ladroneccio!) ne' tuoi artigli le viscere di un'amante umile e tenera. E ne porti altresì tre cuffie da notte, e il legaccio di una gamba che vince il bianco e il levigato del marmo. Ne porti duemila sospiri sì ardenti che potrebbero abbruciare duemila Troie, se duemila Troie vi fossero. Crudel Bireno, fuggitivo Enea, Barabba t'accompagni e mal ti dea.
Possano tanto indurirsi le viscere di Sancio, che Dulcinea non sia mai più liberata dal suo incantesimo; sicch'ella paghi la pena del tuo delitto; come avviene talvolta nel mio paese, che i giusti paghino il fio invece de' rei. Le più belle avventure ti si volgano in tristi, i piaceri in vani sogni, la costanza in obblio. Crudel Bireno, fuggitivo Enea, Barabba t'accompagni e mal ti dea.
Che da Siviglia a Marchena tutti abbianti in conto di traditore, e così da Granata a Loia, e da Londra fino in Inghilterra.
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