Per quanto mi è stato possibile, cercai sempre di non essere accusato di questa reità, sino da quando cominciò in me a spiegarsi il discernimento: e quando non posso ricambiare i benefici che impartiti mi vengono, supplisco almeno colla volontà: e se questo non basta, li divulgo per ogni dove, mentre chi fa palese e bandisce il bene che riceve, prova che lo ricambierebbe volentieri, se ciò stesse in sua mano. Avviene d'ordinario che quelli che ricevono siano inferiori a quelli che danno. Dio Signore è sovrano di tutti, perché benefica tutti: né i doni dell'uomo si possono agguagliare a quelli di Dio per la loro infinita distanza: ond'è che la nostra ristrettezza ed impotenza fa in qualche guisa le veci della gratitudine. Pertanto, su queste basi, grato com'io sono agl'infiniti vostri favori, non potendovi corrispondere in egual misura, e contenendomi nei ristretti confini della mia possibilità, offro quello che posso e che tengo di mia natura, e dichiaro che mi tratterrò per due giorni naturali in mezzo a questa strada maestra che va a Saragozza, per sostenere a prova con chi che sia, che queste signore pastorelle in maschera che si trovano qua presenti, sono le più vaghe e cortesi donzelle che vanti il mondo, tranne unicamente la senza pari Dulcinea del Toboso, la sola signora de' miei pensieri; sia detto con buona pace di quanti e quante mi ascoltano.»
Sentendo questo, Sancio, che con somma attenzione era stato ascoltandolo, mandata fuori una gran voce, soggiunse: - Come mai può darsi che vi sieno al mondo persone ostinate nel dire e nel giurare che questo mio signor padrone sia pazzo?
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Dio Saragozza Dulcinea Toboso Sancio Dio Signore
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