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      Sancio gli andò dietro col suo leardo, con tutta la pastorale comitiva, desiderosa di vedere dove andasse a parare la sua ardimentosa e non mai più udita proposta. Postossi pertanto don Chisciotle in mezzo alla strada, come si è detto, ferì l'aria con queste parole: - O voi altri passeggieri e viandanti, cavalieri, scudieri, genti a piedi ed a cavallo, che dovrete transitare per questa via o passare nei due giorni che a questo succedono, sappiate che don Chisciotte della Mancia, cavaliere errante, sta qui per difendere e per sostenere che le bellezze e cortesie tutte del mondo sono superate da quelle delle ninfe abitatrici di questi boschi e di questi prati, eccettuata soltanto la signora dell'anima mia Dulcinea del Toboso: chi fosse di contrario parere, venga innanzi che lo aspetto di pié fermo.» Due volte ripeté la disfida, ma non vi fu venturiere che sentisse queste parole.
      La fortuna però che andava guidando le sue cose di bene in meglio, dispose che di lì a poco si scoprisse sulla strada una moltitudine di uomini a cavallo, la maggior parte con lance in mano, camminando tutti serrati in truppa e a gran passo. Non furono veduti appena da quelli che stavano appresso a don Chisciotte, che volte le spalle si sviarono lungi dalla strada, poiché conobbero che se li avessero attesi, avrebbe potuto succedere qualche malanno. Il solo don Chisciotte con intrepido cuore non si mosse né punto né poco; e Sancio Pancia si fece scudo delle groppe di Ronzinante. Arrivò una mandra condotta da vaccai con lance, e quello che la precedeva disse a don Chisciotte:


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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