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Pose in questo mentre il libro che aveva seco, in mano di don Chisciotte, che ricevutolo, senza proferire parole cominciò a scartabellarlo e d'indi a poco glielo restituì, dicendo: - Nel poco che ho visto ho trovato tre cose degne di riprensione. La prima risguarda alcune parole che ho letto nel prologo; l'altra che il dialetto è aragonese, perché talvolta scrive senza articoli: e la terza, che lo conferma più delle altre per ignorante, si è che va errato e si svia dalla verità nel punto più importante dell'istoria. Qua dice che la moglie di Sancio Pancia, mio scudiero, chiamasi Maria Guttierez, quando invece è Teresa Pancia; e chi commette spropositi in punto sì rilevante fa sospettare a buon diritto d'infedeltà in tutto il rimanente.» E Sancio soggiunse: - Oh è ben bello questo signor istoriatore! oh veramente sa per minuto le cose nostre! egli chiama Maria Guttierez mia moglie Teresa Pancia? Caro signore, riprenda il suo libro e guardi un poco se vi sono nominato anch'io, e come mi hanno cambiato il nome. - Per quello che ho inteso a dire amico mio, disse don Geronimo, voi dovete essere infallantemente Sancio Pancia, lo scudiere del signor don Chisciotte. - Io son quello rispose Sancio, ed anche me ne tengo. - In fede mia, disse il gentiluomo, che questo moderno autore non parla di voi con quella nettezza che si scorge essere nella vostra persona: vi siete dipinto mangiatore, balordo, niente grazioso, affatto diverso dall'altro Sancio descritto nella Parte prima della storia del vostro padrone.
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