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      Ma non gli si accostò appena, che Sancio si svegliò con tutto il suo giudizio, e disse: - Chi è che mi tocca, e che mi scioglie le stringhe? - Sono io, rispose don Chisciotte, che vengo a supplire alle tue mancanze e ad alleviare i miei tanti travagli: vengo a frustarti, o Sancio, scaricandoti in parte del debito a cui ti obbligasti. Dulcinea perisce, tu vivi trascuratamente: ed io mi muoio desiderando; ora sciogli le brache di tua volontà: che la mia è inalterabile, e consiste nel consegnarti in queste solitudini duemila frustate per lo manco. - Oh questo no, disse Sancio, non lo faccia vossignoria, o viva Dio che mi sentiranno i sordi. Le frustate me le ho da affibbiare io volontariamente; non valgono niente date per forza da altri, e adesso non ho volontà di frustarmi; basti alla signoria vostra la parola che ho dato di cacciarmi le mosche di dosso allorquando me ne verrà desiderio. - Non posso rimettere ciò alla tua cortesia, disse don Chisciotte, giacché tu sei di cuore inflessibile, e tuttoché villano, di carni dilicate:» e frattanto procurava e faceva ogni studio per isciogliere le stringhe alle brache. Sancio, vedendo questo, rizzatosi presto ed assalendo il suo padrone, si abbracciò con lui a corpo a corpo, e facendogli un gambetto lo gittò in terra colla bocca all'insù, gli mise il ginocchio diritto sopra il petto, e colle mani gli teneva le mani dimodoché non lo lasciava voltarsi né fiatare. Don Chisciotte gli andava dicendo: - Come, traditore! è possibile che tu giunga a tanto contro al tuo padrone e signore naturale? che tu metta le mani addosso a chi ti alimenta col suo pane?


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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