Giunsero al sito da essa indicato, ma non vi trovarono che sangue sparso di fresco sopra il terreno. Distendendo la vista per ogni banda, scoprirono in lontananza alcune persone, e sospettarono, com'era in fatto, ch'ivi avesse essere don Vincenzo o vivo o morto, trasportato dai servi per medicarlo o per dargli sepoltura. Si affrettarono a raggiungerli: il che loro riuscì ben facile, perché gli altri procedevano con lentezza. Stava l'infelice tra le braccia de' suoi domestici, i quali egli pregava con istanca e fiacca voce a lasciarlo ivi morire, che non poteva passar oltre per lo spasimo delle ferite. Si slanciarono da cavallo Claudia e Rocco, e si appressarono a lui. I domestici spaventaronsi della presenza di Rocco, e Claudia turbossi tutta in vedere quella di don Vincenzo. Intenerita e sdegnosa ad un tempo, gli si avvicinò, gli prese le mani e gli disse: - Se tu mi avessi date queste mani conformemente ai nostri patti, non saresti adesso a sì terribile frangente.» Il ferito cavaliere aprì gli occhi socchiusi, riconobbe Claudia, e rispose: - Conosco bene, donna ingannata, che tu sei quella che mi ha ucciso, dando pena indegna e non dovuta a quella fede a cui non ho mancato, non avendoti giammai recato offesa. - Come? non è dunque vero, disse Claudia, che tu andavi in questo giorno a farti sposo alla ricca Eleonora, figlia di Balbastro? - No certo, rispose don Vincenzo, ma l'avversa mia sorte ti portò queste false nuove, perché nell'eccesso di tua gelosia tu avessi a privarmi della vita, della vita che tengo ancora per venturosa, se termina nelle tue mani e fra le tue braccia.
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