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      Dimandò egli ai cavalieri chi fossero, ov'erano diretti, e che denari seco recassero. Rispose uno di loro: - Signore, noi siamo due capitani d'infanteria spagnuola, abbiamo in Napoli le nostre compagnie, e ci rechiamo ad imbarcarci su quattro galee, che dicono starsene in Barcellona pronte alla vela con ordine di passare in Sicilia; siamo possessori di dugento o trecento scudi, coi quali andiamo, secondoché ci pare, ricchi e contenti, perché le ristrettezze inseparabili d'ordinario dai soldati non permettono loro di possedere tesori.»
      Fece Rocco ai pellegrini la dimanda medesima, ed essi risposero che andavano ad imbarcarsi per passare a Roma, e fra tutti e due contar potevano fino a sessanta reali. Volle anche sapere chi fosse nel cocchio e dove venisse e del denaro che si recava; ed uno tra quelli ch'erano a cavallo disse: - La mia signora donna Ghioncar di Chignones, consorte del reggente della vicaria di Napoli, con una figliuoletta, una donzella ed una matrona son quelle che trovansi nel cocchio: e noi siamo sei servitori che le accompagniamo, e seicento scudi sono il totale dei nostri danari. - Dimodoché, soggiunse Rocco, noi abbiamo a nostra disposizione novecento scudi e sessanta reali: sessanta sono i soldati miei, facciasi il conto di ciò che ne tocca per testa, giacché io per me sono cattivo aritmetico.» Ciò udendosi dagli assassini, alzarono la voce, dicendo: - Viva mille anni Rocco Ghinart a dispetto dei malvagi che tentano la sua perdizione.» Se ne mostrano invece afflitti i capitani, si rattristò la signora reggente, e non meno rimasero mortificati i pellegrini, vedendosi confiscato ogni loro piccolo avere.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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