» Stava don Chisciotte ansioso di conoscere il successo e il fine di tanti preamboli; e in questo, pigliandogli don Antonio la mano, gliela fece passeggiare per tutta la testa di bronzo e per tutto il tavolino e per lo piè di diaspro, sopra la quale la testa stava, e poi disse: - Questa testa, signor don Chisciotte, venne fabbricata ed eretta da uno dei più grandi incantatori e maliardi che siano stati al mondo, polacco di nazione, per quanto credo, e discepolo del grande Scotto, di cui vanno attorno sì alte maraviglie. Fu costui in casa mia, e pel prezzo di mille scudi che gli ho pagati, la lavorò ed essa tiene la proprietà e la virtù di rispondere ad ogni cosa che le si dimandi all'orecchio. L'artefice notò stelle, dipinse caratteri, osservò astri, guardò punti, e la costrusse in fine con tanta perfezione quanta dimani noi ne conosceremo per esperienza: perché in tutti i venerdì resta mutola ed oggi appunto è venerdì. Frattanto la signoria vostra potrà predisporre le dimande che volesse farle, perché in quanto a me io so già per tante prove che non risponde se non per dire la verità.» Restò maravigliato don Chisciotte della virtù e della proprietà della testa, e fu tentato di non prestar fede a don Antonio; ma considerando che sì breve spazio di tempo correre doveva per fare lo sperimento, null'altro volle soggiungere fuorché ringraziarlo che gli avesse fatto palese sì alto segreto. Uscirono della stanza, don Antonio ne serrò la porta a chiave, e passarono agli altri cavalieri che trovavansi nella sala.
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