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      - Io segnerò questo giorno con bianca pietra, essendo uno dei migliori che io possa contare in vita mia, poiché mi è toccato in sorte di vedere il signor don Chisciotte della Mancia, il quale in sé rinserra e tiene compreso tutto il valore dell'errante cavalleria.»
      Gli rispose don Chisciotte con altre non meno gentili espressioni, lieto soprammodo nel vedersi trattare sì alla signorile. Tutti entrarono alla poppa, che stava apparecchiata a festa e sedettero sulle balestriere. Il comite passò alla corsia, e diede segno col fischio che la ciurma facesse fuor camiciola, ciò che eseguì in un baleno. Sancio, che osservò tanta gente ignuda, restò trasecolato, e molto più quando vide far tenda con grande velocità, sicché a lui parve che ogni cosa fosse quivi opera di diavoli: ma tutto finora fu bagattelle a paragone di quelle che sono per riferire. Stava Sancio seduto presso lo stentaruolo, accanto allo spalliere dalla mano dritta; il quale, avvertito di ciò che doveva fare, acchiappò Sancio, e lo gittò come una palla; dopo di che tutta la ciurma ritta in piè e all'erta, cominciò dalla banda dritta ed andò passandolo e rivoltandolo sulle sue braccia di banco in banco, e andava ciò facendo con tanta celerità che il povero Sancio perdette la vista, e si persuase senz'altro che fossero i diavoli che lo gittassero al vento. Non desistettero dal giuoco sino a tanto che non lo ebbero voltato dalla banda sinistra, e poi ripostolo sulla poppa, restò il meschino fracassato ed ansante, mandando fuori il sudore a goccioloni come nocciuole, senza sapere neppur che cosa gli andasse accadendo.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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