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      Si scoprì allora che quella era fuori di dubbio la figliuola del pellegrino, la quale, sciolta appena dalle funi volò ad abbracciare suo padre ed a confondere con lui mille lagrime di allegrezza. Ricotte gridò: - Questa, o signori, è mia figliuola, è Anna Felice, più sfortunata nelle vicende che nel suo nome: è Anna Felice, col soprannome di Ricotte, tanto nota per la sua bellezza quanto per le ricchezze mie. Io dovetti uscire di patria per cercare in regni stranieri chi mi albergasse e accogliesse, e dopo domiciliato in Alemagna, tornai in questo regno sotto le spoglie di pellegrino, in compagnia di altri Tedeschi per rintracciar nuove della figlia e per dissotterrare un importante tesoro, da me nascosto. Non trovai la figlia, trovai bene il tesoro che porto meco, ed ora per quello stravagante giro di vicende che avete udito, anche l'altro tesoro che sopra tutti mi fa ricco, ritrovo nella mia dilettissima Anna Felice. Se il nostro poco fallo, se le sue lagrime, se le mie possono aprire le porte della misericordia senza offesa della giustizia, usatela verso di noi che non avemmo mai in pensiero di offendervi, né conveniamo punto nelle intenzioni dei nostri che sono stati da voi esiliati.»
      Allora disse Sancio:
      - Io conosco molto bene Ricotte ed è verissimo quello che ha detto di Anna Felice, sua figliuola, ma quanto alle altre bagattelle di andare e tornare, di avere buona o cattiva intenzione, io non mi c'intrammetto.»
      In mezzo alla maraviglia prodotta in tutti dallo stranissimo caso, così pronunziò il generale:


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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