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      Egli ch'è esattissimo nella osservanza delle leggi cavalleresche, sarà rigido esecutore senza dubbio di quella che gl'imposi in adempimento di sua parola, e questo o signore, è il fatto, senzaché mi resti altro a soggiungere. Ora, io vi prego quanto so e posso che non mi discopriate, né facciate sapere a don Chisciotte ch'io mi sia, affinché il mio disegno ottenga buon effetto e si possa veder tornato in cervello quest'uomo che lo ha ottimo, purché dia bando alle fantasticherie della cavalleria. - Oh, signor mio, disse don Antonio, Dio vi perdoni il discapito che vi proponeste di recare a tutto il mondo col voler far rinsavire il più grazioso pazzo che possa trovarsi. Non vi accorgete, o signore, che il profitto della saviezza di don Chisciotte non sarebbe mai tanto grande quanto il gusto ch'egli dà a tutti co' suoi vaneggiamenti? Io per altro credo che tutta l'accortezza del signor baccelliere non varrà a ridonare la sua ragione ad uomo fuori di cervello: e se non fosse contro la carità, vorrei che non guarisse mai don Chisciotte, perché colla sua sanità non solamente andremmo a perdere le sue facezie, ma quelle ancora di Sancio, suo scudiere, che sono di natura tale che una sola può mettere la gioia nella stessa melanconia; dopo tutto questo io prometto di tacere, né dirò certamente cosa alcuna, e starò a vedere se riesca vero il mio sospetto che non abbiano punto a conseguire il desiderato intento tutte le cure e le diligenze del signor Carrasco.» Rispose questi che l'affare poteva già dirsi bene incamminato, e che ne sperava fortunato successo: ed essendosi don Antonio offerto di fare quanto potesse da lui dipendere, e licenziatisi, fece Sansone legare sopra un mulo l'arme sue, se ne escì dalla città sul cavallo medesimo su cui era entrato in battaglia, e ritornò alla patria senzaché gl'intravvenisse cosa degna d'essere riportata in questa veritiera istoria.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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