Rizzandosi dall'erba, dopo avere scosso il saio, e le briciole della barba, si mise innanzi il leardo, e dicendo:
- Addio, Tosilo,» raggiunse il padrone, che sotto l'ombra di un albero lo stava aspettando.
CAPITOLO LXVI
SI DETERMINA DON CHISCIOTTE DI FARSI PASTORE, E DI CONDURRE LA VITA TRA LE CAMPAGNE, FINCHÉ SCORRA L'ANNO DI SUA PROMESSA, CON ALTRI AVVENIMENTI PIACEVOLI E GUSTOSI.
Se tanti pensieri tenevano afflitto don Chisciotte prima ch'ei fosse fatto stramazzare, molti più lo tribolavano dopo la sua sconfitta. Stavasene, come si è detto, sotto un albero all'ombra, e quivi come mosche al mele, un'afflizione era da altra raggiunta, ed ora egli pensava al disincanto di Dulcinea, ora alla vita che dovrebbe fare nell'ozio a cui era obbligato. Lo raggiunse Sancio, e gli fece molti elogi della liberalità dello staffiere Tosilo. - Ed è dunque possibile, o Sancio, dissegli don Chisciotte, che ti sii fitto in capo che colui sia vero e reale staffiere? Si vede bene che ti è uscito di mente d'aver veduto Dulcinea convertita e trasformata in contadina, e il cavaliere dagli Specchi nel baccelliere Sansone Carrasco: opere tutte degl'incantatori che mi perseguitano, ma dimmi un poco: chiedesti tu a questo tuo Tosilo che cosa sia accaduto di Altisidora? se pianse per la mia assenza, se ha dati all'oblio gl'innamorati pensieri che, me presente, la tormentavano? - Oh, i pensieri che io aveva in testa, disse Sancio, non mi lasciarono tempo d'informarmi di queste inezie; e poi, per l'anima mia, mi pare, signor mio, che adesso dovrebbe vossignoria occuparsi di altro che d'inezie amorose.
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