- Ed anche il mio, soggiunse Sancio, che parlando per esperienza dico che non ho visto mai reticellaia che sia morta per innamoramento. Una donzella occupata nel lavoro pone più presto i suoi pensieri in finire il suo compito che in pensare agli amori; e in questo pigli esempio da me, che quando sto zappando non mi ricordo punto del mio idolo, voglio dire se la mia Teresa Pancia mi voglia bene più che alle pupille dei suoi occhi.
- Voi parlate da grande uomo, disse la duchessa, ed io farò che la mia Altisidora si impieghi da ora innanzi in cucire lenzuola e camicie ed altra biancheria; lavori ch'ella conosce molto bene.
- Non occorrerà, disse allora Altisidora, che la signoria vostra si serva di questo rimedio, mentre basterà a cancellare dalla mia memoria questo maledetto bestione con la considerazione della sua crudeltà; e con licenza di vostra grandezza voglio levarmi di qua per non vedermi più davanti agli occhi, non dirò la sua trista figura, ma il suo brutto ed abbominevole mostaccio.
- Mi pare, signorina mia; disse allora il duca, che siamo a quello che si suol dire: Chi ingiuria è prossimo a perdonare.»
Altisidora fece vista di rasciugarsi le lagrime col fazzoletto, e riveriti sommessamente i suoi padroni, se ne uscì dalla camera.
- Io ti annunzio, o povera donzella, disse Sancio, io ti annuncio malaventura: poiché tu te la sei pur questa volta pigliata con animuccia di giunco marino e con cuore di quercia, ma affé che se fossi stato io il provocato da te, tu sentiresti adesso altro suono.
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