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      Si accheti un poco, torni in se stesso, sbandisca dall'animo le malinconie. - Quelle, replicò don Chisciotte, che mi hanno recato tanto danno sinora, spero che la morte le convertirà in mio vantaggio col divino aiuto: io sento, o signori, che vado morendo a gran passi; però lasciamo le burle, e conducetemi tosto un confessore che mi ascolti ed un notaio che scriva il mio testamento; nel frangente in cui sono non resta più da scherzare; e voi, signor curato, usatemi la carità di confessarmi, e vadano gli altri pel notaio.» Tutti si guardarono in faccia l'un l'altro, attoniti alle parole che don Chisciotte aveva dette, e quantunque dubbiosi, vollero prestargli fede. Uno degl'indizi da cui conghietturarono ch'egli si avvicinasse alla morte, fu il suo rapidissimo passaggio dalla follia alla saggezza, poiché ai discorsi già riferiti altri ne aggiunse sì bene pensati, sì cristiani, sì giusti, che tolta affatto ogni perplessità, si persuasero che fosse realmente tornato in buon cervello. Il curato fece uscire di camera tutti, e rimasto solo con lui, lo confessò. Il baccelliere Carrasco andò pel notaio, e tornò presto con esso e con Sancio Pancia, il quale già informato dal baccelliere dell'estremo pericolo in cui stava il suo padrone, si unì tosto alla serva e alla nipote, e si mise a fare le boccacce ed a strillare disperatamente. Finì la confessione, ed il curato escì fuori dicendo: - Muore daddovero e muore con sana mente Alonso Chisciano il buono: potete entrare, miei signori, perché ora faccia il suo testamento.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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