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      Nel ceto della gente d'affari aveva una posizione nota: era appunto mediatore d'affari molto accorto e molto attivo. Cosí unicamente trovava il danaro per vivere da signore...
      - Per l'amor di Dio! - interruppe Pippo, - non tocchiamo questo tasto...
      La giovine donna lo guardò fisso con inesprimibile compassione.
      - Pensi alle cambiali pagate da tuo padre? Poche migliaia di lire, trovate nei momenti critici, al cento per cento. Ci vuol altro, caro mio! Del resto, sono pazzie di gioventú nelle quali cascano tutti quelli che fanno un po' di vita. Mario le ha messe da parte...
      Si fermò un momento, come una donna che ricaccia in gola un'apologia. Tradivasi il suo desiderio di veder Pippo riconciliato anche col fratello, la pena che le costava il rassegnarsi a quella crudele scissura di famiglia.
      - Vedi bene - riprese riscotendosi: - la parentela di Mario non ci compromette, come hai temuto. Rassicurati anche sulla Barbati; è una donna delicata ed avveduta che non vorrà farci dispiacere, e che indovinerà subito di non doverci parlare di tuo fratello.
      Fece grandi elogi della sua nuova amica. Il marito di lei, uomo oltre i cinquant'anni, aveva guadagnato molto danaro colle sussistenze militari, nelle guerre di Lombardia. Poi ne aveva riperduti molti con infelici speculazioni, forse per aver dato troppo la testa alla politica. Ora teneva Banco di cambio, prestiti, rappresentanze e collocamenti, al Corso. Era un galantuomo; ma un esaltato.
      Flaviana lo aveva sposato appunto per questo; lo diceva da sé. Erale piaciuto il suo passato avventuroso di esilii, di prigioníe politiche, di guerre combattute, ritrovandoci il tipo cercato dal suo cervellino amante dello straordinario.


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L'eredità Ferramonti
di Gaetano Carlo Chelli
pagine 243

   





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