- Te ne vai? - chiese la giovine donna porgendogli la mano, mentre si alzavano ambedue nello stesso tempo; - quando ritorni?
- Mi assegni dei limiti per vederti?
- Al contrario! Non sei della famiglia? E d'altra parte, non ci pensi già piú ai nostri comuni interessi?...
S'interruppe; gli lasciò la mano. La voce e i modi di lei erano tutta una strana provocazione. Peraltro Mario, diffidando forse di lei e di se stesso, si vinse.
- A rivederci, dunque - disse, allontanandosi.
Ma, attraversate due stanze, udí la giovine donna richiamarlo ripetutamente; la vide, volgendosi, corrergli appresso, invitarlo a tornare di là. Ah, egli cominciava col dare un saggio famoso di smemorataggine! ...
- Che cosa è successo? - interrogò lui, non comprendendo ancora.
- E il capitale che volevi farmi crescere indefinitamente? Oh, la testa sventata!...
Ella rideva; lo burlava, con un riso provocatore, godendosi la sua confusione. Poi, quando vide ch'egli a sua volta abbracciava il partito di riderne, gli lanciò un'ultima frecciata:
- Hai fatto dunque da burla?
- No, tu mi fai perdere il cervello, solamente. Allora, mi nomini tuo agente di affari?
- Necessariamente. Mi renderai conto mese per mese. Se le operazioni andranno a male...
- Non è possibile.
- Tutto è possibile, caro mio. Se andranno a male, ti permetto fin d'ora di perderci fino a mille lire. Eccole.
Le tolse dalla busta lasciata sul tavolinetto da lavoro, e le porse al cognato.
- Vuoi un'obbligazione? - diss'egli, riponendo i biglietti nel portafogli.
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Mario
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