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      - Una cosa semplicissima: papà si riammoglia.
      Chi? Come? Perché? Il salotto andò sossopra. Si rivolsero tutti ad Irene; la trassero dall'ombra, dov'era rimasta. Chi le aveva detto che padron Gregorio voleva riammogliarsi? Dove lo aveva saputo? quando?
      - Ne sono afflittissima, - bisbigliò lei, confermando le parole di Mario in genere; - non vedo un riparo.
      - Ma, tu lo troverai! - esclamò Flaviana Barbati, convinta. E quella frase squillante nel muto sgomento della brigata, li scosse tutti. Intravvedevano ad un tratto uno spiraglio di luce nelle tenebre.
      - M'occupo dei vostri affari. Scusatemi! - soggiunse Flaviana sorridendo. - Ma è che ne sono persuasa davvero: Irene potrà impedire al signor Gregorio un passo cosí arrischiato.
      Irene protestò. Che cosa si metteva in testa Flaviana? Com'era possibile...
      - Tira via! - ribatté la Barbati. - Bisogna che tu ti decida a far quello che avresti desiderato da tanto tempo, e che non hai avuto mai il coraggio di proporre alla tua famiglia... Ma mi dimentico che non se ne deve parlare... me lo hai proibito ripetutamente...
      No, no! Non l'intendevano in tal modo. Volevano assolutamente conoscere i segreti desideri d'Irene; i progetti ch'ella non aveva avuto il coraggio di manifestare. Nel salotto le curiosità si esasperavano in un'ansia di naufraghi che cercano intorno un mezzo di salvezza. Alla fine, Irene svelò un suo caro ed antico disegno di riconciliazione col vecchio Ferramonti. Essi l'ascoltavano con un palpito di speranza, senza una obbiezione, dimenticando che pochi minuti prima si sarebbero violentemente ribellati ad un'idea simile.


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L'eredità Ferramonti
di Gaetano Carlo Chelli
pagine 243

   





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