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      Essa gli spiegò ogni cosa. In realtà aveva saputo soltanto prevalersi delle circostanze. Si era rammentata di una mezza parente, Lalla Frati, una donna che abitava appunto al Pellegrino, e che aveva la specialità di voler rimetter pace fra le famiglie in discordia. Una specie d'intrigante con le migliori intenzioni del mondo. Era bastato parlarle una sola volta, per interessarla a procurare un incontro fra padron Gregorio ed Irene. Per maggior fortuna, il marito della signora Lalla, un curiale molto stimato dalla minuta clientela del quartiere, trovavasi in ottimi rapporti col vecchio Ferramonti. L'abboccamento doveva succedere in casa Frati.
      - Ritorno alla mia idea - esclamò Mario: - non c'è in Roma una donna che ti valga!
      Nessun malumore turbava piú la loro buona armonia. Presero a dirsi delle cose graziose e tenere. La loro complicità, nel momento di farsi attiva, risparmiavasi le noie dei lunghi dibattiti sul modo come estrinsecare l'azione. Irene otteneva da Mario, come lo aveva ottenuto dagli altri, un mandato di fiducia, senza esporre neppure il suo piano.
      Non si comprometteva. Qualunque cosa potesse egli presentire od imaginarsi, lei si teneva in equilibrio in modo da lasciar anche ritenere che aspirasse soltanto ad un'equa distribuzione della fortuna di padron Gregorio ai suoi figli.
      Però le speranze e le ambizioni della giovine donna avevano delle vibrazioni potenti ch'ella non frenava. Al contrario, cogli occhi scintillanti e con un sorriso pieno di fremiti, diceva a Mario la propria esaltazione.


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L'eredità Ferramonti
di Gaetano Carlo Chelli
pagine 243

   





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