- scoppiò padron Gregorio. - Io me ne infischio, io! Ma ho piene le tasche di chi s'occupa dei miei affari particolari. Potrebbe darsi che gli armeggioni se ne avessero a pentire!
Non rispose direttamente. Ritornava a divagare colle frasi. Curiosa! un galantuomo non può vivere come gli pare! Ce ne sono dei cervelli balzani e dei rompiscatole, al mondo!
Però, a poco a poco, attraverso un viluppo di parole oziose, il suo pensiero veniva chiarendosi. Almeno si fosse trattato di qualcuno che non lo conosceva! Ma trovare una persona amica, al corrente di ogni cosa, e matta al punto di toccare certi tasti, questo era l'incredibile. Ebbene: lui aveva una risposta sola! chi ci teneva alla sua amicizia, non doveva mai piú nominargli la nuora.
- Si tratta di lei? - domandò il curiale Frati, interpretando la comune curiosità.
- Già! si tratta della principessa. Che bella idea, eh? volermela gettare sulle braccia! È troppo bella. Ci deve esser sotto qualche secondo fine.
Ne convennero tutti, quantunque non sapessero bene di che potesse trattarsi. Il curiale Frati prese la mano sui compagni, ammonendo Ferramonti di tenersi in guardia. C'era da aspettarsi tutto dalla combriccola di Torre Argentina...
- Allora dite a vostra moglie che non ci si mescoli! - esclamò padron Gregorio, interrompendo vivamente il curiale. - Capite? è lei, che vien fuori a parlarmi di mia nuora come di un angelo sceso dal cielo, nientemeno! E bastasse! pare ch'io faccia la figura dell'orco, a trattare come tratto quell'anima santa.
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