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      Ma che! egli non la conosceva ancora! Vedrebbe di che cosa era capace, lei!
      Ed ella annunciò d'essere sulla pista. Castigava padron Gregorio delle sue ostentazioni d'incredulità, rifiutandosi a dirgli di piú. Un giorno comparve coll'aria trionfante di una donna che ha trovato.
      - Siete sempre risoluto, papà?
      - Si capisce, - rispose lui, un po' sconcertato fin dal principio, tentando vanamente di far la burletta come al solito.
      - Allora mi permettete di stringere i conti e d'impegnarmi a nome vostro?
      - Come? come? Tu corri un po' troppo, carina! Se mi cucini, fammi sapere almeno in che salsa.
      - Salsa matrimoniale, credo!
      - Non è questo. Butta fuori. Pretendi dunque di averci qualche cosa di positivo?
      - Si sa. Resta solo che diciate di sí voi.
      - Per Cristo! - esclamò Ferramonti, colpito dalla frase e dal modo ond'era stata pronunciata. Guardò a lungo, stranamente, la nuora. Era violentemente commosso, e poté a fatica frenarsi.
      - Allora - disse infine, con un tremito della voce, - sono disposto a secondarti. Hai fatto le cose a dovere? Suvvia, dimmi una volta chi è la sposina.
      Irene non si fece pregare. Nominò la donna trovata: Celeste Remedi, una vedova di quarant'anni. Realmente, non si poteva desiderare di meglio: la Remedi non aveva parenti prossimi; viveva di una modesta rendita portata in dote al primo marito e salvata miracolosamente dal naufragio commerciale di lui. Era tuttavia piacente; assennata, religiosa, di fondo docilissimo. Insomma, quella che occorreva appunto a padron Gregorio.


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L'eredità Ferramonti
di Gaetano Carlo Chelli
pagine 243

   





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