Fu un lavoro lungo e strano, interrotto sovente da chiassose ammirazioni e da pazzi trasporti. Poi, quando Irene, completamente abbigliata, prese a camminare dinnanzi all'amante con certi atti birichini, con un molleggiar canagliesco dei fianchi, che lasciava apparire istantaneamente dall'apertura della gonna la gamba sinistra, come nuda sotto la maglia carnicina, la giarrettiera scarlatta sulla calza bianca ed i piedini arcuati nelle scarpette di raso, allora fu un'esplosione: era un prodigio! non s'era visto mai nulla di simile! E dire ch'ella a principio aveva voluto rifiutarsi!...
- Mi pare che possiamo andare, - diss'ella. - Perché non scendi a ordinare il legno?
Mario si alzò da sedere. La vide presso il letto, occupata intorno alla maschera che doveva mettere ed al mantello col quale si sarebbe coperta strada facendo. Le sorrise e ad un tratto mutò pensiero. Si lasciò ricadere sulla poltroncina dianzi occupata ed invitò la giovine donna colla voce e col gesto:
- Senti...
- Come? non vai? - esclamò lei sorpresa: - perché?
- Adesso andrò, - diss'egli astratto; e dopo un istante di silenzio, replicò l'invito: - Senti...
Irene lo guardò, lo comprese. Rise, alzando le spalle con un moto vivace. Prese il mantello: aveva freddo.
- Lascia stare un minuto soltanto! - pregò Mario con un'inflessione profonda della voce. - Perché resti laggiú? Non ti ho vista ancor bene... vieni qua.
Ella scosse il capo, superiore a quella nuova ragazzata; ma non seppe negare il favore che l'amante le domandava.
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Irene Mario
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