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      Non ebbe alcun senso di pietà; si allontanò in punta di piedi, sollevata, quasi ebbra.
      Mario riapriva la porta delle scale. Lei gli corse incontro senza dargli tempo di entrare; discese, dimenticando due candele rimaste accese in camera.
     
     
      XV.
     
      Il sabato successivo, di prima mattina, Pippo, all'uscire dal suo bugigattolo, trovò la moglie che lo aspettava. Non si erano piú visti dopo la scena dell'ultima notte di carnevale.
      - Non so se potrò tornare a casa stasera, - annunciò lei: - papà è ammalato. E mi preme parlarti.
      Egli l'aveva indovinata di già. Si strinse nelle spalle, mostrando il dispiacere di un uomo che vorrebbe sfuggire da una posizione scabrosa.
      - Vuoi dunque che ci guastiamo un'altra volta il sangue?
      - Non c'è pericolo. Non abbiamo da dirci che poche parole, chiare. Voglio soltanto domandarti se ti sei reso ben conto dello stato al quale hai ridotta la tua bottega.
      Pippo rialzò vivamente la testa. Lo stupore lo fece restare a bocca aperta davanti alla moglie.
      - Te ne sei reso dunque ben conto? - replicò lei, inesorabile.
      - Sicuro... non è certamente dei piú floridi, adesso. Bisognerebbe ...
      - Non ne sai nulla! Te lo dirò io.
      Ella dipinse quelle condizioni: una vergognosa rovina. Se non se ne fosse occupata lei, il fallimento sarebbe stato dichiarato da un paio di mesi. Egli non si curava neppure di rammentare le scadenze dei suoi impegni. In tre mesi, lei gli aveva pagato per cinque mila lire di tratte, che non sarebbero state piú rinnovate.
      Vide lo stupore del marito spinto fin quasi alla incredulità da tali rivelazioni.


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L'eredità Ferramonti
di Gaetano Carlo Chelli
pagine 243

   





Pippo