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      Ella certo ignorava il proprio sacrificio; nessun'altra donna al suo posto avrebbe saputo imitarla. E padron Gregorio, sotto l'influenza di queste impressioni, riacquistava la propria calma e la propria fiducia rispetto alla giovine donna, che aveva portato in casa sua gioie ed ebbrezze di paradiso.
      Ma i risentimenti di lui s'invelenirono. Cadde nei furori di una cupa misantropia. Gli uomini! Un mucchio di furfanti che si sbranano a vicenda e che si ravvoltano nella sozzura di tutte le infamie possibili! Perché non veniva un altro diluvio universale? Che ci stava piú a fare Quello lassú, che aveva una volta distrutto colla pioggia di fuoco Sodoma e Gomorra?
      Poi gli parve stupido e crudele sostenere piú lungamente la finzione colla quale aveva voluto assicurarsi dei sentimenti della nuora. Scherzò con lei: l'idea di possedere piú di mezzo milione, non le aveva proprio fatto venire l'acquolina in bocca? Che ne avrebbe fatto, se si fosse trovata a disporre di quel po' di quattrini?
      Ella sorrise. Buon Dio! aveva forse perduto mai il tempo, lei, nel figurarsi delle cose alle quali non poteva arrivare?
      Ferramonti dette in uno scroscio di risa. Quanto era amena! Che peccato non potesse vedersi quanto era amena! Perché, in sostanza, ella aveva invece bisogno di pensare appunto al modo di impiegare il mezzo milione, secondo i suoi gusti. Non occorreva sgranar tanto gli occhi! era proprio cosí!
      Il vecchio ridiventò serio improvvisamente, e prese a spiattellare ogni cosa.
      - Devi perdonarmi. Ho voluto assicurarmi di te; mettermi in grado di chiudere la bocca con uno sgrugnone sul muso a quanti birbaccioni osassero ancora dubitare dei tuoi sentimenti.


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L'eredità Ferramonti
di Gaetano Carlo Chelli
pagine 243

   





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