Era vedovo.
- Fra tre mesi, non è vero? - balbettò Desiderio con uno sforzo, riuscendo appena, nella commozione, ad articolare le parole.
- Fra tre mesi. Ma rammenta bene quello che ho passato! Ne ho assai di dolori, di delusioni e di sventure. Voglio tutto il tuo amore, tutta la tua fiducia e la tua devozione intera. Tu mi fai mancare al giuramento che avevo fatto a me stessa, di romperla per sempre con un mondo scellerato. Bada a non farmene pentir mai. Sarei capace di tutto! per finirla presto, ti ucciderei!
Nello stesso momento, casa Furlin era immersa nel lutto. Moglie e marito parvero inconsolabili dell'ultima sventura, che troncava gl'indugi di una divisione inceppata dalla malattia di Pippo, e li faceva quasi milionari. Vollero intera l'apoteosi di gente onesta e di cuore. Durante tutto un mese portarono in giro lo spettacolo dei loro visi angosciati. Poi il cavalier Paolo rassegnò le sue dimissioni. Si montava la testa con mille progetti grandiosi. Mulinava di entrare nella carriera politica, facendosi eleggere deputato.
Nell'intimità, Teta gli prodigava adorazioni idolatre...
- FINE -
| |
Desiderio Furlin Pippo Paolo Teta
|