Oggi si sono ricevute le lettere e i giornali di Francia; ma non si è saputo molto di più di quello che si conosceva.
MARTEDÌ 7 — Il Corso è stato popolato. I moccoletti non vi sono stati. Fino da ieri circolavano degli indirizzi stampati ai Romani, in cui si pregavano a sacrificare questo divertimento, per mostrare agli abitanti della Lombardia il dispiacere per le circostanze, nelle quali si trovano. Al contrario non vi era nessun ordine dell’Autorità; anzi il Municipio aveva notificato che, per indicare più precisamente l’ora della cessazione dei moccoletti, all’un’ora di notte si sarebbe fatto un quarto sparo di mortaletti, come è stato eseguito. La conclusione è stata peraltro, che nessuno si è azzardato di accender lumi. Tre battaglioni di Guardia civica (oltre la solita forza) hanno armato il Corso, rimanendo la truppa di linea sulle piazze. L’Ambasciatore di Francia ha calata l’arme, e sostituita una bandiera nazionale tricolore; e lo stesso si è fatto all’Accademia di Francia.
MERCOLEDÌ 8 — È giunto in Roma da due giorni il Marchese di Laiatico D. Neri Corsini, secondogenito del Principe, e si dice incaricato di una missione presso il Governo nostro, e quello di Napoli.
GIOVEDÌ 9 — È stata pubblicata una Notificazione del Tesoriere Ministro delle Finanze, colla quale si accorda la facoltà a tutti quelli, che ritengono in enfiteusi fondi appartenenti a Luoghi Pii, Corporazioni Religiose ecc. in tutto lo Stato di affrancare in mano del Governo i rispettivi canoni, al saggio graduato in proporzione della durata delle enfiteusi.
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Il tempo del papa-re
diario del principe don Agostino Chigi dall'anno 1830 al 1855
di Agostino Chigi
pagine 317 |
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