Della trasformazione dell'energia raggiante in energia chimica e dei processi chimici che riguardano direttamente od indirettamente questo problema, tratta la fotochimica. Questa disciplina è però assai poco progredita e sviluppata; può sembrare strano, ma dei fenomeni fotochimici il solo che sia stato molto studiato è quello fotografico ed anche qui il processo non è ancora del tutto chiarito.
La parte teoretica generale si riassume segnatamente in una legge che fu scoperta già da Bunsen e Roscoe: l'azione chimica è in tempi uguali proporzionale all'intensità luminosa. Se si osserva da vicino il fenomeno apparisce però che da principio la legge non viene seguita. Ci vuole sempre un certo tempo prima che si verifichi la suaccennata proporzionalità. Nei primi istanti l'azione chimica ha un valore più piccolo di quello finale, a cui si va a poco a poco accostando. Si chiama induzione fotochimica questo fenomeno al quale corrisponde una cosidetta deduzione fotochimica, quando si interrompe l'esposizione. Alle volte, rare volte, il processo chimico determinato dalla luce è invertibile, ma sempre degrada nel senso che, riattivandolo, si manifesta nuovamente l'induzione e tanto maggiormente quanto più fu lunga l'interruzione. Per intendere questi fenomeni si deve ammettere che i raggi assorbiti per l'azione chimica, assorbimento fotochimico, servano in parte per innalzare quella che si potrebbe chiamare la temperatura fotochimica, come fa il calore per la temperatura termometrica anche nei casi in cui agisce chimicamente.
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Bunsen Roscoe
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