C20H40O,
sostanza oleosa priva di colore, e da una serie di materie coloranti azotate, di natura acida, le clorofilline. Con gli alcali avviene appunto la scissione in fitolo e nei sali alcalini delle clorofilline. La clorofilla non contiene nè ferro, nè acido fosforico, e la supposizione di Stoklasa, che la clorofilla sia una specie di lecitina, deve essere abbandonata. Invece Willstätter ha dimostrato che le clorofilline contengono magnesio, conformemente alle osservazioni di Czapeck, che aveva sostenuto essere la clorofilla ricca di magnesio, ed il loro contenuto espresso in ossido di magnesio (MgO) varia fra 2,7 e 3,7 p. cto. Per trattamento con acidi le clorofilline cedono il magnesio e si trasformano in fitocromine, da cui provengono le fitorodine e le fitoclorine. La fitocromina deve contenere ancora il gruppo pirrolico corrispondente alla filloporfirina. Secondo Willstätter nella clorofilla il magnesio non si trova già allo stato salino, come ad esempio nell'acetato magnesiaco, ma in combinazione organica più intima, come nei composti cosidetti organo-metallici. Questo fatto potrebbe avere una grande importanza per spiegare la funzione attiva per la vita delle piante che esercita la clorofilla. Analogamente a quanto fa il ferro nell'emoglobina, che ne determina l'azione ossidante, si potrebbe supporre che il magnesio esercitasse nella clorofilla un effetto opposto. Si sa, massime per la recente celebre reazione di Grignard, che il magnesio forma degli organo-metallici assai attivi per ogni sorta di sintesi.
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