Tutto ciò farebbe supporre che, coll'intervento degli enzimi sempre presenti, il glucoside potesse formarsi e scomporsi analogamente a quanto avviene coll'amido.
Per cercare di risolvere queste questioni mediante prove dirette, chimicamente bene accertate, noi abbiamo esperimentato sui fagioli e sul mais coi glucosidi amigdalina, arbutina e salicina e con i relativi composti aromatici in essi contenuti. Inoculando nel mais queste sostanze abbiamo trovato che, mentre i glucosidi sono tollerati assai bene, i relativi composti aromatici, cioè l'essenza di mandorle amare, l'idrochinone e la saligenina, riescono velenosi. Esaminando però le piante trattate coi glucosidi, si trova che essi non rimangono semplicemente immagazzinati, ma che vengono scissi liberando il composto aromatico, ed in tal misura che questo viene spesso a predominare sul glucoside. La quantità totale di sostanza che si trova nella pianta è però sempre inferiore a quella inoculata.
Da ciò si apprende che i glucosidi vengono in qualche modo utilizzati dal mais, e che la pianta diventa resistente a quelle sostanze che dapprincipio apparivano velenose. A complemento di queste esperienze ne abbiamo fatte altre sui fagioli, alimentandoli prudentemente con la soluzione di saligenina; nelle piante, a coltivazione finita, si riscontra in quantità relativamente notevole la sostanza impiegata; oltre a questa, ma in quantità assai minore, vi deve essere però anche un composto che, come la salicina, viene scisso dall'emulsina.
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