Un indizio promettente di tale progresso è intanto quello del nuovo significato fisico che acquista la valenza.
Ma a canto alle ipotesi meccaniche ed indipendentemente da queste, v'è un altro modo di rappresentare i fatti fisici. Oltre alle teorie meccaniche e cinetiche, vi sono le dottrine termodinamiche o energetiche, le quali fanno capo ai due noti principii, che tanto vantaggio hanno recato alla scienza. Col sussidio di questi principii le diverse forze fisiche, senza entrare in merito intorno alla loro intima essenza, sono state esaminate e comprese. Si possono rappresentare sempre come un prodotto di due fattori, che hanno per ciascuna di esse un significato speciale, e ciò può farsi anche senza volere ricercare se l'energia, qualora si voglia considerarla come essenza, consenta un simile sdoppiamento. Uno di questi fattori esprime una capacità ed è talvolta di natura ponderabile, l'altro una intensità o potenziale. Così, ad esempio, il lavoro meccanico è il prodotto della massa per il cammino percorso e la forza viva si rappresenta col prodotto della massa pel quadrato della velocità oppure di questa e la quantità di moto. La energia termica è invece data dalla quantità di calore e dalla temperatura, quella elettrica dalla quantità di elettricità, che si misura in coulomb (o anche in ampère), e dal fattore intensità, che si esprime in volta. L'energia chimica è la meno nota; di essa non si conoscono veramente bene che le trasformazioni in energia termica ed elettrica, di cui trattano la termochimica e l'elettrochimica; meno studiato è il passaggio ad energia raggiante, di cui dovrebbe occuparsi la fotochimica, che è ancora poco sviluppata.
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