In ogni modo però potrebbe dirsi, che, a parità di quantità di vita, l'energia vitale cresca con la volontà e si riduca a zero se questa è nulla. La morte può essere causata da mancanza di quantità di vita, ma ugualmente se viene a cessare la volontà, Nel primo caso il fenomeno corrisponderebbe, nell'ordine dei fatti chimici, ad esempio, alla formazione di un composto insolubile cioè all'annullamento della concentrazione; pel secondo si troverebbe analogia nel ridurre allo zero assoluto la temperatura, per cui ogni effetto termico sparisce, oppure nel fatto che la più grande massa d'acqua diventa inutile meccanicamente, se viene a mancare il dislivello.
L'energia vitale degli organismi non dipende dunque soltanto dalla massa e dalla capacità, ma anche dalla volontà. Le piante sono esseri di poca energia vitale, sebbene possiedano una grande quantità di vita, perchè in esse ha un piccolo valore la volontà. Gli animali sarebbero in genere più vivaci per la ragione inversa. Massime in certi animali la volontà dovrebbe avere un alto valore, ad esempio in molti insetti, in cui per le loro piccole dimensioni, si può supporre che il fattore di capacità sia pure lieve, mentre è elevato il fattore volontà. Negli esseri superiori, come massime nell'uomo, dove le facoltà psichiche sono prevalenti, la nostra finzione si presta alle più svariate conseguenze; ma qui conviene fermarsi, perchè l'argomento potrebbe facilmente esorbitare dai limiti prefissi a questa trattazione.
La scienza ha questo di buono, che in essa v'è posto per tutte le ipotesi, tutte le teorie e tutte le esperienze; la verità assoluta è ancora molto lontana, ma ad essa ci andiamo avvicinando, assintoticamente forse, per cui non è certo se la scienza umana potrà mai raggiungerla.
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