PARTE PRIMA
«Verrà il sereno, ma de l'urna in gremboCon te solo venia l'orror frattanto
Di questo che il precede orrido nembo.»
(ARABIA, sonetto in morte della Guacci)
CAPITOLO ILA POLITICA IN ORTO
Voi conoscete senza dubbio i nostri giovani, e sapete come, svelti in generale nelle forme, piú svelta e più rapida ancora la lingua, non v'è audacia piú buona della loro. Io parlo dei Veneti, senza distinguere di quali in particolare. Sapete altresí come, fatte le necessarie eccezioni, e' sian belli la piú parte: di capelli neri, ondosi: o se biondi, d'un biondo acceso, orientale. Come pure se son bruni di carnagione, è un bruno diverso da quello dei Siciliani e dei Napoletani, e, quantunque s'incontrino molti profili danteschi, si vede cominciare in essi qualche cosa degli uomini del settentrione: ci son gradazioni fuggevoli, ma che dànno l'indizio d'un altro tipo di quello oltre Po, definito talvolta col nome di pelasgico: cosicché nel terminare dell'uomo pelasgico, comincierebbe il tipo slavo. Vuol dire un po' di flemma anco in mezzo a vive passioni, e la ragione signora a tal punto che per coloro, nati dove c'è tanto fuoco nell'aria e nella terra, apparisce freddezza; cosí pure una maggiore preoccupazione di cose materiali, e maggior senso pratico, come lo chiamano, che dipenderà forse anco da una lunga dominazione patria sapientissima, la quale lasciò popoli, se non vecchi, adulti. C'è anco un po' di astuzia, che bisogna esser dei loro per conoscerla: a vederli si buttano via anch'essi, gesticolano, gridano, fan pompa di vizii che non hanno, pajon diavoli scatenati; eppure chi osserva s'accorge d'alcun che di severo nei loro discorsi, d'una certa prosa massiccia in quella tanta poesia, e nell'adolescente spensierato presagisce l'uomo maturo.
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