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      .. tirino un po' via prestino a mandar via i Tedeschi, e poi ci levi l'incomodo... s'ha bisogno d'un re, e volete piantare la repubblica?
      – Oh! per questo, – lo interruppe Rocco, – ci fu un bravo muso che tali ragioni le spiattellò in faccia proprio a Manin... e lui quasi lo fece mettere in prigione... a proposito della libertà...
      – Manin ha il sangue caldo, ma la libertà la sa rispettare, – disse un tal Romeo con circospetta premura, perché si credeva malvisto, e tenuto per austriacante.
      – Mi pare piuttosto che abbia una maledetta voglia di farsi re lui, il signor Manin, – esclamò allora con piglio beffardo Rensini: – state attenti e vedrete che monta in trono.
      – Cosa ti sogni! – gridarono molti.
      E Salvatore con vivacità tutta giovanile:
      – Questa è un'infamia: ci metterei le due mani in foco: avrà delle idee sue, ma per galantuomo non è da mettere in dubbio per questo conto, né lui, né Tommaseo. In qualunque modo ciò non entra con quel che intendo io... ossia che a gridare ad uno che ci venisse in casa, ed esponesse la vita per salvarci dai ladri, a gridargli: – quando avrai terminato ti getteremo dal balcone – è una sciocchezza e una cattiveria.
      Daniele ripigliò:
      – Oh che?... stimi che non se l'immagini?... tanto semplice lo credi?... è perché se lo immagina che resta là incantato davanti alle fortezze, e chi gli guardasse in core, è più amico de' Tedeschi di quello che Metternich in persona.
      – Carl'Alberto, – sentenziò gravemente il bell'ufficiale romano, – starà contento ad una corona civica, e farà la bella parte di Washington.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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