– Cosa c'è? – domandò di nuovo Alessandro alle donne, che subito non gli avevano risposto.
– Niente di nuovo, – rispose, con un ridere pieno d'affetto, Fiorenza... – soltanto volevo sapere se c'è qua in orto la Marietta.
– La Marietta?
– Sí, povera donna... sai... non la si immagina che domani Salvatore – e terminò la frase sottovoce, e mettendosi un dito sulle labbra.
– Eccola colle sue eterne paure, co' suoi eterni riguardi – esclamò la Teresa con voce vibrante e sonora.
– Dicevo per prepararla – riprese Fiorenza.
– Prepararla!... prepararla!... santo Dio! non c'è di peggio che tante precauzioni... se ti fai davanti alla Marietta con quel viso sentimentale, come non vuoi che s'intenerisca?
– È vero, – interruppe Alessandro, – posto che lo ha da sapere, lo sappia qui senza cerimonie, da un momento all'altro... – e guardava non ostante Fiorenza, di cui sentiva nell'anima la pietosa cura.
– Povera donna! – mormorò ella.
– Povera... povera... non son tutte povere donne?...
– Ah! grazie dell'avviso... perdona, – disse la moglie, d'Alessandro, – quello della Marietta è un dolore che supera tutti... una madre che ha sagrificata la vita pel suo figliuolo...
– Bene! bene!... – interruppe con impazienza la cognata, – allora giulebbiamoci in casa il forestiere, come dice Giusti, terminiamo questa seccatura dell'amor di patria. La tale perché ha il figlio, quell'altra pel fratello, se si bada a queste femmine piagnone, eh!... se n'esce benissimo, – a cui Alessandro:
– Già, qui non c'è la Marietta, intanto si pensa a prepararla.
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