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      – Eh! benedetto Dio!... che pazienza ci vuole con voi altre donne... un momento di questa sorte... sai dove si va?... – e si abbassava e parlava con calore, agitando una mano in aria – sai?... si va a Verona... mi fa da ridere Alessandro, che stima la sia per cedere... ci si va noi altri... giovinotti, corpi franchi, e vogliamo farla tenere al babbo Radetzki... o che canzoni?... si va a piantare il vessillo tricolore sulle mura di quel campo trincerato... che... lascia gl'ignoranti e quelli che non sanno le cose, dire ch'è una fortezza da nulla... anzi che non è una fortezza... io ti rispondo che una certa importanza la deve avere, – concluse con un sussiego di vecchio militare, – e vuoi ch'io trattenga la mia gioja, perché una donna non versi quattro lagrimette?
      – Sta!... la viene.
      Di fatto la Marietta veniva anch'ella in giardino, e vi darò contezza di lei in due parole. Trovatasi questa buona donna con un solo figlio bambino, priva di tutto fuor che d'affetto e di coraggio, aveva fatto in modo di educarlo come se fosse stata provvista di qualche bene di fortuna. Miracoli d'amore, pane meraviglioso che un Dio condivide e moltiplica, secondo che, in una splendida poesia di giovinezza, dice Vittor Hugo. Insomma con una scoletta da bimbi, col prestare una camera a pigione, ritirandosi ella in una sottoscala, era riuscita a mandarlo dalle elementari al ginnasio e fino alla università, sempre ajutata dalla eccellente condotta del giovane.
      Adesso la Marietta, madre a nessuno seconda, vedeva farsi avanti un ostacolo, mai da essa previsto.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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