.. io veramente vorrei entrar proprio nell'armata, ma tu non la intendi, dunque mi do alla diplomazia... sai cosa posso diventare? ambasciatore; eh?... tu saresti la madre d'un ambasciatore... una piccola bagatella!... – Non vi dico se Salvatore fosse per l'appunto tagliato a far quel mestiere, pel quale si domandano faccie marmoree e sbarbate; colli ritti, gran blasone e tutto quel che d'artifiziato e di freddo può darsi. Ma nel quarant'otto le idee erano sconvolte, e di Francia si mandò non so dove, in missione diplomatica, un burattinajo.
Insomma la povera Marietta, benché proprio a cosí magnifiche promesse si lasciasse trasportare con gran riserbo e moderazione, pur fidente e serena, aspettava il compiersi dei destini d'Italia, il termine di queste cose, come ognuno usava designare la guerra e la rivoluzione. Nel vedere la Marietta e la Clelia, bella fanciulla sorella d'Alessandro e della Teresa, promessa sposa di Salvatore, l'ufficiale romano si mosse ed esclamò:
– Vivano le donne!... quest'è un vero Eliso! – Daniele stava per rispondere Dio sa che sgarberia, ma Salvatore attrasse l'attenzione di tutti, dicendo ad alta voce:
– Oh! c'è qui Fiorenza, che mi vuol dare la mamma per una donnetta da nulla, per una piagnona... invece ella è piú forte di quel che si crede, e scommetto che la sa tutto.
– Lo so pur troppo! – disse la Marietta con umile sorriso – ma come si fa?... bisogna ch'io mi dia pace.
– Brava! – e – brava! – s'esclama da tutte le parti.
– È una madre spartana! – Allora Salvatore:
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