.. sotto a' vostri occhi, vi do parola – e si toccava con forza il petto – ci verrete anche voi altri... anzi lo consegnerete voi stessi alle carceri.
– No!... non gli credete... – urlò l'omaccione: lo farà scappare, appena che noi si volta il canto... non gli credete, è una spia anche lui. – A queste parole successe un istante di silenzio, ma pieno di terrore... un di quei silenzi che sanno di sangue: Alessandro allora vociferò:
– A me spia! – e con due occhi indemoniati, inarca il fucile... Un grido partí da una finestra della casa sotto la quale stavano fermati difensore, nemici e vittima... tutti guardarono, in un lampo Fiorenza fu abbasso, ed aperse la porta di strada: spinta dall'angoscia pel fiero pericolo d'Alessandro, veniva a fargli scudo del proprio corpo...
– Cosa fai?... cosa vuoi qua? – domandò Alessandro con un'ira piena di sgomento.
– Io?... non so... – balbettava Fiorenza... e intanto tutti guardavano lei, e la curiosità s'era divisa in due punti.
– Son venuta... perché... per te... – balbettava ella, che girando lo sguardo smarrito non sapeva cosa dire, e poi – quell'uomo!... – concluse con angoscia, additando il fornajo: questi, udita una voce di donna, voce dolcissima, levò gli occhi e li fissò in quelli di Fiorenza la quale guardava lui, e tanto intese quello sguardo, tanto si sentí avviluppato dallo splendore soave di una luce benigna, tutta amore e compassione, che si scosse da morto, che dianzi pareva, si sgomitolò, e curvo, rattrappito, corse come palla che rotoli, a' pie' di Fiorenza.
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Alessandro Fiorenza Alessandro Alessandro Fiorenza Fiorenza Fiorenza
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