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      ... la mi comincia a seccare questa solfa! – e socchiuse l'imposta.
      – Badate! – gridò uno – ci scapperà dall'altra parte. Circondiamo la casa – in quella venne la serva al balcone e ficcata la testa fuori, e aguzzando una bellissima sbettola, disse:
      – Cosa fanno qua?... vadano un po' pei fatti loro: noi s'è gente quieta, che non dà impaccio a nessuno.
      Il diavoleto fu tale... immaginate una ovazione in falso a qualche concione parlamentare: il passaggio di un cane fra la gente, che aspetta la corsa dei barberi.
      – Bella con quella sbettola, – via, strega – nasconditi, strega, parla; sí, no, via: parla: – fischi ed urli ed altri accenni in armonia con quel pubblico.
      La oratrice ricoverò prestissimo in casa, se no cominciavano a volare berretti, cenci, vecchie ciabatte... fors'anche sassi.
      – Maria vergine santissima! – esclamò rientrando la serva: – che demoni scatenati!... per me tanto e' possono dire e fare, io non mi ci mostro piú a quei serpenti!... Aspetta che ci parli altro... euh!... – e qui si nascondeva il viso con le mani – che musi... che ceffi... proprio quelli che hanno crocifisso nostro Signore... ah non è un bell'impianto da vincere codesto... se non si conducono meglio da cristiani e' non ne vengono a capo no, di queste cose! – intanto ognuno s'affaccendava intorno al povero diavolo, che sempre piú riprendeva gli spiriti: finalmente Alessandro, sempre attento ai rumori della strada esclamò:
      – E ora cosa se ne fa di quest'omo? – Fiorenza non seppe che rispondere.
      – Patrona.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





Alessandro Fiorenza