.. patrona... ti... mi... patrona – cominciò a balbettare il fornajo, il quale ghermí l'abito di Fiorenza, come per impedirle che lo lasciasse. – E Alessandro:
– Patrona!... patrona!... hai un bel discorrere tu... son certi tempi nei quali si fa presto a guastare i propri fatti in piazza... come ti sei tu fatto acchiappar qua, grullo d'un tedesco?...
– Mi no sa... mi no ricorda...
– Senti come picchiano – gridarono le persone di casa.
– Ho paura che la porta non regga a questi urti – mormorò la madre di Fiorenza, guardando tutta sgomentata il genero. – E stimo – continuò – cosa dirà mio marito quando torna. Ho passione per la Filomena; povera bimba... che non la si guasti il sangue dalla paura! – La Filomena, per cui tanto ella temeva avea più curiosità che paura, contenta dei trambusti del quarantotto pei quali poteva stare fuor di collegio: passione di tutte le bimbe, massime se vispe e bricconcelle.
Tuttavia se non per la Filomena, per tutta la famiglia, per la casa, messa in istato d'assedio, come quella del Vicario di Milano, la faccenda cominciava a farsi seria. Alessandro si mosse, non sapeva nemmen lui perché, quando videro avanzare, e fermarsi in faccia a lui, chiedendogli rispettosamente la sua attenzione, una persona, il nome della quale e le sue notizie vi saran date nel seguente capitolo.
CAPITOLO VIIINTERVENTO ARMATO
Ci avea in casa dei suoceri d'Alessandro una tal signorina Cattina da Noale, venuta in visita, ossia a passarvi un po' di giorni a semplice titolo di svago; sorpresa dalla rivoluzione, quindi le strade interrotte, lei donna sola, nessuno avendo tempo d'accompagnarla, era insomma stata forzata a fermarsi presso gli ospiti, aspettando la fine di queste cose, per tornarsene a casa.
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