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      .. la famiglia si ritirò in un salotto interno.
      – Bisogna chiudere!... chiudere le imposte...
      – Birboni! – vociferò Alessandro – ho da esser qua solo... un uomo solo...
      – Son qua io! – disse un giovane mostrando la testa dal veroncino del salotto, che dava sopra un cortile interno, in comunicazione con un'altra casa.
      – Oh! Dio!... – gridano le donne... – chi è?...
      – Chi è?... – urla Alessandro, atterrito di quella comparsa, e piú dal modo...
      – Son io!... – disse quel giovane, terminando di montare, scavalcando lesto il verone, e saltando in mezzo alla sala: era vestito di velluto nero bleu, e con in capo un berretto simile.
      – Chi è? – gridarono tutti, ma tosto ravvisatolo: – Guido! – esclamò Alessandro. Allora Fiorenza:
      – Oh! signor Guido! – proruppe – siete voi... ma come mai... – e a quella vista si rincorava tutta.
      Questo Guido... mi spiace moltissimo di non poterlo ora descrivere, perché merita; la cosa si farà in seguito: ma per ora badiamo ai discorsi.
      – Com'è che sei venuto per di là?... come ci hai pensato?... e se la gente si accorge che dal cortile si può prenderci d'assalto?
      – Non verranno lo stesso – rispose Guido. – Perché?
      – Perché ci son io – replicò con un sorriso di bonarietà e insieme di fermezza. – Ecco... io, pochi minuti fa, passai...
      – V'ho visto di lontano, – mormorò Fiorenza –voi sorreggevate un vecchio, almeno m'è parso... perché non sapevo nemmeno di essere al mondo.
      – Anch'io v'ho visto, signora, – rispose Guido, – e da lontano mi siete parsa la Madonna che schiaccia il capo al serpente.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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