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      .. giunto a tiro, il tenero amico spiana il fucile, e dà il lasso al colpo.
      – Misericordia!... gli è un tedesco!... oh!... man divina... – grida Rocco... – guardali là! – Di fatto altri ne spuntano dietro di lui... erano cacciatori Tirolesi... finta la mossa di prenderci d'assalto e di fronte, finta la ritirata per piú gabbarci... per tenerci occupati al centro, simulando l'attacco e sorprenderci alle spalle. Eravamo tournés, presi in mezzo!
      – Ih!... benedetto Noè, – grida Rocco, preparandosi a correre addosso di quei fratelli, – benedetto lui, che fra le tante, ci conservò la vostra razza.
      – Quegli davvero è un tordo, – disse Albertis, prendendo di mira il primo di quei tali crociati, un pezzo d'omo grande e grosso; quello del cappellone, – a te, carino! – e lascia andare la schioppettata.
      – Pòrgo taliana!... – urla con voce gutturale il tedesco, prendendo di mira Albertis, e sparando alla sua volta; ma intanto gli tocca la palla al cuore, stende le braccia come uno che nuoti, e casca.
      – Dio t'abbia in gloria, – diss'io. – Cosí tutti nemici d'Italia... – oh! barbara sorte, e non lo dico per celia,... un grido vicino m'interruppe. – Oh!... Dio, son ferito, – e il povero principe Eugenio, portando rapidamente con moto di dolore le mani agl'inguini, mi viene addosso.
      – Presto! portiamolo in un casolare, – intimai a Romeo; uno dei miei commilitoni, che correva senza saper dove andasse: questi mi dà retta, prendiamo il veterano di Napoleone per le braccia e poi piedi, e lo portiamo via, tanto per adagiarlo, e che non morisse calpestato dai piedi dei combattenti.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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