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      .. se tu sapessi in quali orribili mani è caduta una povera infelice... e di qual traditore... Oh che uomo quell'Ernesto! L'ho visto in un paese sulla strada di Montebello... e in qual modo me ne ha parlato!... ella s'illude: credo che la lettera inclusa da me in quella per mia madre, sia destinata a troncare, non a mantenere una relazione pericolosa e condannata. Veramente è un bellissimo Adone... ma che anima!... che carattere... Cosa resta senza la bella barba, l'uniforme, gli ori, le piume? Ah! che schifo!... È un di quei personaggi che un autore di garbo lascia sempre nelle quinte... Torniamo in campo piuttosto, mia Clelia, e diamo un ultimo saluto a quelle povere glebe, dove son rimasti tanti dei nostri! Un giorno, quando sarà finito tutto (ora che so cos'è guerra, comincio a temere che ci vogliano, piú che mesi, anni... giacché, vedi, la guerra i Tedeschi sanno farla), un giorno la carità patria spingerà pur taluno a scoprire, a raccogliere quelle povere ossa, che restarono là sotto!... Lascia che ridano della nostra impresa, ma noi intanto il battesimo del fuoco l'abbiamo avuto, e sentiamo che il sangue delle oscure vittime di Montebello non sarà infecondo.
      Appena rimesso in gambe tornerò a casa: spero di raggiungere la brigata, e fare anch'io il mio ingresso trionfale.
     
      CAPITOLO IXGL'INGANNI DEL CUORE
     
      Accadde alla Marietta, madre del nostro eroe, le accadde di gettare la sporta al sabato santo, ossia di perdere la pazienza all'ultimo punto.
      Stava ella nella casa d'una signora, moglie d'un tal Rensini, padre d'uno fra i giovani presentati al lettore nel giardino di casa Rizio; e dalla educazione del giovane si presumerà la famiglia.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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