Pagina (79/354)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      – Piano! – disse Matteo, senza accorgersi che la madre di Salvatore cominciava a provare una fortissima perturbazione di sensi: però ancora ella si sforzava di parer quieta, ad ascoltare la importante lettura, che fu ripigliata, e progrediva tranquilla; ma quando si venne al punto:
      – "È meglio dir la cosa alla prima, non isgomentarti, mamma mia, il povero Eusebio, chiamato col suo nome di guerra principe Eugenio, è morto...". Non ci volle altro... la madre trafitta da un fulmine, preparata da un cumulo di dolori, di tristi previsioni a forza represse, fu per perdere la ragione.
      – Oh! Dio! – grida ella, – è morto anco Salvatore... gli è morto!... gli è morto!... – e irrompe in dirottissimo pianto.
      Immaginatevi il povero ometto in che impiccio si trovasse, nel vedere le smanie della Marietta: e quanto si pentisse di non aver taciuto del ritorno dei crociati... capace di commoversi anche lui, perché padre di numerosa figliuolanza. Mentre cerca calmarla, si ode suonare il campanello.
      – Suonano a casa mia, – dice Rensini. – Bisogna che vada io ad aprire, perché la serva è ita anch'ella incontro ai crociati.
      La Marietta finse tranquillarsi, e, corsa al balcone, domandò:
      – C'è Salvatore?... c'è mio figlio?
      – Noi non l'abbiamo visto.
      – No?... no?... non c'è?
      – No davvero, sarà dalla Clelia...
      – Oh! Dio... ch'è morto; non mi darebbe questo dispiacere d'andar da nessun altro prima di me: è morto... – irruppe la madre una seconda volta; e, fuori di sé, ella si ritrasse. – È morto, – disse poi con calma terribile, – cos'ho da fare a questo mondo?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





Matteo Salvatore Eusebio Eugenio Salvatore Marietta Rensini Bisogna Marietta Salvatore Clelia