– Ma aspetti... ma via, da brava, Marietta... oh! povero me!... – disse Matteo tornando in fretta... – Lisa, Pina, Tonino! – e chiamò con quanto fiato aveva in corpo la sua gente, che appena si levava i cappelli e le vesti di gala.
– To! anche tu sei qua, piccina, – chiese il signor Matteo, vedendo coi suoi figli e con sua moglie venire anche la piccola Margherita Vendrame, figlia della Teresa e del conte Lorenzo, il quale, tuttoché abborrisse in segreto i Rensini, da lui tenuti istigatori o per lo meno complici e manutengoli della moglie, pur non credeva momento opportuno di apertamente dimostrarlo.
– Il papà è rimasto indietro, – disse la piccola, – ma ci raggiungerà, mentre giuochiamo con la Pina e con Tonino.
Il sor Matteo fece uno sberleffo significantissimo.
Intanto la Lisa e la serva, allora ritornate, consigliavano calma e sangue freddo alla povera madre.
– Senta il fine della lettera... via, da brava. – Ma ella:
– No!... ho visto cosa c'è in fondo... a stento capisco... ma c'è un poco tarderò... e invece son tanti giorni ch'è scritta... è morto!...
– Si saprebbe.
– Si saprebbe?... sí, come s'è saputo d'Eusebio.
– Io lo sapeva, – mormorò la Lisa.
– Farà lo stesso per Salvatore.
– No... no... leggiamo con quiete la lettera.
La Marietta la respinse... poi:
– È ferito?... era ferito? – domandò frenandosi, ma attenta ed ansiosa.
– Veramente sí.
– Ecco!... le cose vengono fuori un po' alla volta... ecco i sotterfugi... è morto... già me l'ho sempre sentita questa disgrazia in core... oh!
| |
Marietta Matteo Lisa Pina Tonino Matteo Margherita Vendrame Teresa Lorenzo Rensini Pina Tonino Matteo Lisa Eusebio Lisa Salvatore Marietta
|