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      .. e un finir sempre a dire: – che sia caduta in mano del conte? – Salvatore dapprincipio uscí di carreggiata come può farlo un giovane senza esperienza, e che tranne della sua forza e baldanza non sa nulla al mondo. Diè del gesuitone al conte, del codinaccio fradicio; del poliziotto austriaco, perché violava il segreto delle lettere: declamò sulle leggi del cuore... e via di seguito sulla improntitudine di quel marito, che nemmeno la rivoluzione metteva al dovere.
      – All'ultimo poi cosa pretende, con questa violazione, cosa vuol quel gufaccio spettinato?... può ire a rintanarsi, e la sua legalità, il suo diritto, come scrivevano le gazzette ufficiali, sotto il defunto reggime... che se li tenga: guardate s'è giusto che un tal satrapo posseda una donna spiritosa come la Teresa!...
      – Però, abbi pazienza, anche lui pover'omo... o senti, la vorresti per moglie?
      – No... ma io son da mettere con lui?... eh!... un giovinotto come me!... – e trinciava l'aria colla mano, terminando col gesto la parola: poi, – e a lei cosa dirò?... – riprese, – dirò che non c'era risposta... già credo che le valga meglio ignorare cosa ci fosse in quella lettera.
      – Stimo che lo saprà il conte! – esclamò la Marietta tutta sgomentata.
      Al che Salvatore irruppe in uno scroscio di risa, che nulla valse a frenare. Aveva appena vent'anni.
      Venuta la sera del giorno appresso... poiché nella sera stabilita non si poté a causa d'un tafferuglio, prima per un falso allarme, e finito quello, per un altro diavolerio, a motivo d'un cambia valute, che non volle ricevere una muta da due artiglieri piemontesi, e quasi s'accoppava il cambista.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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