.. neh, Lisa?... e vedersi e innamorarsi fu tutt'uno... Oh! già la mia tosa, non fo per dire... e il giovane è pieno di fuoco!
– E dov'è la Giggia?...
– È rimasta a casa poveretta... egli ha dovuto andare dal suo comandante a – (e nominò un paese) – ella non ha voglia di niente.
– Di belle famiglie si pianteranno con tanta gioventú.
– Come quando vennero i Francesi, – mormorò il paron Checco.
– Ah!... e poi si dirà male della rivoluzione!...
– La rivoluzione, – disse allora Guido, – quantunque porti disordini momentanei, è non pertanto morale: essa svia gli animi dalle idee futili, dagli amori, dagli scandali.
– È vero, – disse vivamente don Leonardo, – persino gli studenti di Padova gli ho uditi io, dal palcoscenico a predicare: – via le rappresentazioni oscene, le scostumatezze del teatro francese: i nostri tiranni avevano un bel favorirlo, essi, che, per ammollirci, non trovavano di meglio che corruzione e libertinaggio!
E qui il buon prete gongolava tutto a ricordarsi quella predica, proprio vera: fatta dagli studenti di Padova i quali, trasformati in Catoni (personaggio che generalmente non è il loro), venivano in certo modo a sempre piú conciliare l'amore della causa italiana col carattere del sacerdote.
– Ecco! – gridò Alessandro, – è quello che ho sempre detto io... anche Guido è del mio parere... la rivoluzione è morale.
– Come le sue donne! – vociferò lentamente, fermo, ironico il conte Lorenzo, slanciando un'occhiata maligna a sua moglie, che involontariamente l'aveva guardato.
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