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      – Voi ridete, voi... vedremo all'ultimo chi riderà meglio...
      Allora quell'altra:
      – Sentite, per capire cos'è esser padroni a casa sua o servitori... lo intendo... e se si potesse... via... lo vedo anch'io il vantaggio... ma quella poi di spogliarsi d'un po' di grazia di Dio, roba fatta a forza di stenti... e per darla a quel... salvando l'abito, – poi la Lucia si turò la bocca, con un moto eloquentissimo... – ch'io l'ho visto in piazza che dimenava le braccia, con quei maniconi... e voltai strada.
      – Ohe!... sora Lucietta!... – esclamò l'ordinanza, romano di nascita, – badate come parlate del padre Gavazzi... perché è un patriotta di quelli come ce n'è pochi... e non fu la Betta sola, ma tutte le donne in ogni città dove ha predicato, gli diedero ori, anelli, orecchini: è sull'altare della patria...
      – Bravo, è cosí che ha detto.
      – Bene, – esclamò allora la Lucia: – non mi oppongo, ma negatemi che le cose siano state fatte a rovescio!... e nessuna a modo?... che la sia una Babilonia, una confusione... anche troppe radici avevano costoro, e poi torno a dire le cose non sono state fatte giuste. Io son da Bassano, per esempio... e perché mo Bassano ha da stare sotto Vicenza?
      – Ma veramente, – disse abbandonando per un momento il focolare, e avvicinandosi alle due donne il cuoco; tremolante nella persona, nella voce, e biasciando; – ma ho sentito a dire che la Italia questa volta vuol stare in pace tutta quanta; intendo che un paese non faccia questioni con quell'altro... per tenere ognuno dai suoi.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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