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      – Di qui ad un pajo d'anni, – mormorò il giovane, – spero vederti vicina ad una culla, con un bel bimbo come quello là...
      La donna sorrise.
      – Credo che, per non formare sogni troppo arditi, la prudenza, c'insegna d'internarci sotto il portico... non ci fa buon'aria in questo cortile... – Il giovane si ritirò subito, pensando forse che simili voti formavano i Pompejani in que' sotterranei dove stavano raccolti l'ultimo giorno.
      – La furia delle palle rispetta fino ad ora questo ricinto... – continuò il giovane.
      – Oh Dio! – gridò la sposa additando colla mano tremante un punto scuro; una cosa tonda che, disegnandosi sempre piú distinta e piú nera, nel perfetto sereno d'un cielo veramente di zaffiri, procedeva rapida, con ardita curva a quella volta... cosa voleva dire?... non ebbe piú tempo a pensarlo; uno spaventoso fracasso, un rombo d'inferno, uno scoppio da far tremare non la sola casa di Rizio, ma tutte le circostanti: poi il rimbalzar del proiettile pel cortile, e coi frantumi di fuoco le pietre, la terra... poi fumo, polvere sollevata, trasportata in turbine, un battere, un ribattere, un subisso! Cominciavano appena a riaversi, quando un'altra piú spaventosa sopraggiunge: si unisce ad accrescere l'inferno vicino il fulminare delle artiglierie delle barricate fuor delle mura... don Leonardo, il conte, marito della Teresa, molti dei vicini, molti de' conoscenti, altri sconosciuti, ma tutti divenuti intimi in un momento, si vedono giungere.
      – Oh! Dio!... – si grida da ogni parte, e tutti accorrono sotto il portico, chi scappa di qua, chi di là: Alessandro, la Clelia vengono anch'essi dall'appartamento superiore.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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